Come è nato Vagabondo - L'Orsetto viaggiatore si racconta

La storia: come è nato Vagabondo

Chi ama viaggiare organizzandosi da solo le proprie avventure sa bene quanto sia difficile trovare i giusti compagni di viaggio, con cui condividere l’esperienza che si è tanto faticato a pianificare. In fondo il viaggio è prima di tutto un qualcosa di soggettivo ed interiore, per cui non è sufficiente che il nostro compagno di viaggio voglia andare nello stesso posto: deve volerlo fare con il nostro stesso approccio e secondo la nostra stessa filosofia.

Vagabondo è nato così, come comunità di viaggiatori: una piazza virtuale in cui riunirsi, incontrarsi, scambiarsi informazioni e trovare i giusti compagni di viaggio.
L’idea è venuta quasi per gioco a tre appassionati viaggiatori nel lontano 1998: Fiamma Dinelli, un’architetta della vecchia generazione, vicina alla pensione, ma appassionata al mondo che le nuove tecnologie stavano aprendo, e Matteo Bordini e Martino Piccinato, due informatici all’epoca poco più che ventenni.
Nel 1998 il mondo della “rete” era molto diverso, anzi, quasi non c’era: i telefonini si limitavano a farti telefonare e Internet era ancora qualcosa per “smanettoni”. I tre viaggiatori avevano però intuito una grande potenzialità che stava venendo fuori dalla rete: quella di far incontrare ed unire le persone accomunate da interessi simili.
Vagabondo aprì su Internet nel 1999 avendo come logo un simpatico Orso Marsicano. Avere dei forum su cui scambiare informazioni e trovare compagni di viaggio era qualcosa di assolutamente innovativo all’epoca, così i viaggiatori cominciarono a frequentare la “piazzetta virtuale” gestita da “l’Orsetto Vagabondo”.

Il sito, tra l'altro, non ha mai accettato pubblicità, rimanendo quindi sempre snello e piacevole da consultare.
Apparve allora come qualcosa di decisamente innovativo e destò parecchia curiosità: vi furono articoli e segnalazioni anche su alcuni giornali e su riviste specializzate, come l'allora seguitissimo Airone, interviste alla radio e alla televisione.
Il numero dei visitatori cominciò a crescere velocemente e fu necessario aprire vari altri Forum tematici, dove nascevano lunghe corrispondenze, i visitatori organizzavano tra loro viaggi e incontri, e le persone amavano raccontarsi. Il “Caffè di Fiamma” la sezione dei racconti di viaggio, si popolava di nuove storie ogni mese: di fatto Vagabondo era un piccolo “Social network” prima che venisse inventata questa definizione.

Passarono gli anni ed il numero dei frequentatori cresceva sempre più, creando tanta soddisfazione, ma anche un problema di tempi e costi di gestione! Vagabondo era nato e si reggeva sulla passione di Martino, Fiamma e Matteo e non generava alcun reddito.
Poi furono i viaggiatori stessi, una quindicina di anni fa, a chiedere che Vagabondo organizzasse dei viaggi. All’inizio i tre fondatori erano restii, avendo sempre considerato il sito come una risorsa per i viaggiatori indipendenti, ma poi decisero di provare…
I primi viaggi, organizzati secondo tutte le regole del turismo responsabile, partirono nel 2009, quando Vagabondo compiva 10 anni, ed avevano come meta il Guatemala.
Il progetto incontrò subito il favore dei frequentatori della comunità e nello stesso anno si fecero i passi finali che portarono alla nascita del tour operator Vagabondo Viaggi s.r.l..
La neonata società nasceva con da subito una sfida davanti a sé: quella di conciliare il modello imprenditoriale con la filosofia ed i principi etici che da sempre costituivano i pilastri portanti della comunità di Vagabondo.

La filosofia di Vagabondo

Una persona non può cambiare il mondo, ma almeno può cercare di fare in modo che le sue azioni vadano nella direzione giusta. In un mondo che sembra puntare alla globalizzazione totale, Vagabondo vuole rispettare, valorizzare, tutelare e promuovere le diversità: di cultura, di ambienti, di natura e tradizioni.
Il tipo di viaggio a cui Vagabondo punta è quello che arricchisce tutte le parti: il viaggiatore, che si confronta con un mondo diverso dal proprio; la popolazione locale, che trova nella valorizzazione della propria cultura un volano di crescita; l’ambiente, la cui tutela diventa un valore anche economico.
L’ideale di Viaggio, per Vagabondo, è un’esperienza che arricchisce interiormente il viaggiatore e lascia il mondo migliore di come lo ha trovato.
Nel rapporto con il singolo viaggiatore così come in quello con/fra i membri del suo staff Vagabondo vuole avere un approccio che valorizzi la persona, con le sue caratteristiche e la sua unicità.
Di seguito cercheremo di spiegare come Vagabondo ha cercato di attuare in pratica i principi appena elencati...

Sostenibilità dei processi di lavoro: lavorare da remoto

La sola idea che Vagabondo possedesse degli uffici era inconcepibile per una comunità di persone che vivono in città diverse e si incontrano per viaggiare!
La burocrazia del 2009 creò non poche difficoltà, ma alla fine di una lunga diatriba venne trovato il modo di far sì che la Vagabondo Viaggi s.r.l. fosse una società che opera completamente in rete e che tutti vi potessero lavorare da remoto.
I vantaggi per l’Ambiente e per le persone coinvolte balzano immediatamente agli occhi:
- Non ci sono uffici da illuminare e da riscaldare con aria condizionata o, più in generale, non esistono infrastrutture dedicate al lavoro, con le loro utenze ed i loro spazi cementificati, mentre viene usata con maggiore efficienza un’infrastruttura già esistente: l’abitazione.
- Non esiste il viaggio quotidiano di andata e ritorno verso il posto di lavoro, con il conseguente stress, perdita di tempo/vita, aumento del traffico ed inevitabile inquinamento.
- Le persone dello staff di Vagabondo, non dovendosi spostare, risparmiano ogni giorno tempo e soldi, che possono reinvestire nella qualità della loro vita e del loro spazio.
Anche le riunioni di lavoro si svolgono prevalentemente via teleconferenza: ci si incontra solo in caso di eventi particolari… e spesso sono feste!
Compatibilmente con le necessità di Vagabondo, le persone dello staff che lo desiderano hanno anche la possibilità di trascorrere dei periodi effettuando il telelavoro dall’estero.

Carta

Vagabondo si promuove online e con il passa parola. Non si stampano cataloghi, riviste o programmi di viaggio.
Solo in caso di eventi particolari (fiere del turismo ecc.) viene stampato un numero ridotto di mini-brochure di introduzione a Vagabondo. Queste ultime sono appositamente generiche (parlano di Vagabondo, non dei viaggi proposti) in modo da poter essere utilizzate fino ad esaurimento, in differenti contesti ed eventi anche molto distanti nel tempo.
Si è cercato di sviluppare pratiche operative che rendessero l’uso di carta e stampanti un qualcosa di obsoleto: di fatto stampiamo solo i documenti amministrativi che purtroppo per legge è obbligatorio avere su carta, nulla di più.
 

Rifiuti ed energia

Promuovendo il telelavoro ed evitando le stampe, Vagabondo quasi non produce rifiuti e riduce i consumi di energia al minimo. Il nostro staff, inoltre, condividendo in tutto la filosofia di Vagabondo, è costantemente alla ricerca di nuove pratiche per ridurre ulteriormente il nostro impatto sull’ambiente (come l’idea per eliminare i bicchieri di plastica da tutti i raduni dei Viaggiatori di Vagabondo dal 2019).
Di fatto l’unica energia utilizzata è quella che serve ai PC dello staff e al nostro server per essere online.
 

Azzeramento delle emissioni di anidride carbonica di tutti i Viaggi di Vagabondo.

Anche questa iniziativa è partita dallo staff (precisamente da Roberta e Carol), accolta con entusiasmo da tutti, è stata implementata a partire dal 1 gennaio 2018.

Pur sapendo che viaggiare in aereo è un’attività con un impatto ambientale molto significativo, tutti a Vagabondo sono rimasti esterrefatti scoprendo che, ad esempio, un volo andata e ritorno per il Nepal immette in atmosfera una tonnellata e mezzo di anidride carbonica per ogni singolo passeggero!

Sono già molti gli operatori che propongono di “pagare pochi euro” per compensare la CO2 del pacchetto di viaggio che si vuole acquistare, ma questo non era ciò che aveva in mente Vagabondo.
Vagabondo desiderava compensare le emissioni di TUTTI i suoi viaggi, sempre e comunque, senza chiedere alcun contributo ulteriore al viaggiatore.
Oltre a quello della compensazione totale, Vagabondo si era dato altri due obiettivi imprescindibili: concretezza e verificabilità.
Concretezza: la “compensazione” deve consistere in una reale rimozione di un equivalente quantitativo di CO2 dall’atmosfera, possibilmente legata agli alberi. Gli alberi, infatti, scompongono la CO2 con la fotosintesi, il C (carbonio) forma il legno e l’O2 (ossigeno) torna in atmosfera (ovviamente il processo di fotosintesi è molto più complesso, ma qui si vuole solo illustrare il concetto a chi fosse totalmente digiuno sull’argomento).
Verificabilità: la compensazione deve essere fatta qui in Italia, in modo che sia reale e verificabile in qualunque momento.

Ottemperare a questi tre requisiti (compensazione totale, concreta e verificabile) si rivelò molto più difficile del previsto.
Lavorando a questo progetto, ricevemmo varie proposte economicamente vantaggiose quanto decisamente ambigue: “...con pochi euro per tonnellata di CO2 potreste partecipare alla costruzione di un impianto ad energia eolica nella tale provincia sperduta della Cina!” mentre, purtroppo, la piantumazione di boschi in Italia, concreta e verificabile, risultava economicamente insostenibile se attuata per tutti i viaggi.
Il Deus ex machina che entrò in scena a risolvere una situazione che sembrava in uno stallo senza uscita fu Carlo Manicardi dell’associazione Phoresta Onlus!

L'associazione Phoresta onlus che, con sede a Milano, porta da alcuni anni avanti il Progetto Ossigeno, fece a Vagabondo una proposta davvero interessante.
Loro selezionano boschi che vengono periodicamente tagliati, boschi che però:
- per tipologia e varietà di piante, si prestano a ridiventare foreste naturali;
- si trovano in contesti naturali di valore;
- per posizione danno un profitto minimo a chi li taglia (su terreni molto inclinati e scomodi);
- siano pubblici (tendenzialmente di proprietà comunale).
Individuato il bosco si occupano di organizzare il processo di compensazione della CO2 come alternativa al taglio periodico: il bosco, invece di essere tagliato, continua a crescere e a "togliere" CO2 dall'atmosfera ed i soldi versati da chi partecipa al progetto vanno compensare la proprietà per il mancato profitto del taglio.
Ovviamente pagare per non tagliare costa meno che pagare per piantare: Vagabondo poteva compensare direttamente TUTTI i viaggi, in maniera concreta e verificabile e senza dover chiedere contributi ai viaggiatori!

L’accordo, stipulato da Vagabondo prevede che tutta l'anidride carbonica emessa dai voli aerei dei Viaggi di Vagabondo a partire dal primo gennaio dell’anno in corso e per quattro anni (parliamo di migliaia di tonnellate) verrà catturata dalla crescita degli alberi di un bosco di 100 ettari di proprietà del comune di Mazzano Romano che si trova all’interno del Parco Regionale della Valle del Treja.

Da una simulazione fatta per il 2017 è venuto fuori che i viaggi di Vagabondo di quell’anno hanno prodotto un'emissione pari a circa 1200 tonnellate di CO2.
Al 30 giugno del 2018 Vagabondo ha versato al Progetto Ossigeno un acconto pari all’equivalente di 500 tonnellate di anidride carbonica; a fine anno, per il saldo finale, verrà calcolato il quantitativo esatto del 2018 in base ai voli realmente effettuati.

Il 2 Giugno Vagabondo ha organizzato una passeggiata nel Parco della Valle del Treja per far conoscere il “Bosco di Vagabondo” ai viaggiatori. L’iniziativa ha avuto un grandissimo successo, raggiungendo il tutto-esaurito in poche ore. Alcuni commenti sul forum sono stati davvero toccanti!
Caterina scrive: “Quando siamo arrivati nella parte di bosco frutto dell'accordo ho provato una grande emozione. Emozione difficile da descrivere.
Sono felice che Vagabondo abbia sottoscritto un accordo così bello e spero che in tanti ci copieranno!”

Dicendo “...spero che in tanti CI copieranno”, Caterina, una viaggiatrice di Vagabondo, oltre a mostrare il grande apprezzamento per l’iniziativa, fa capire come l’anima di Vagabondo sia davvero quella di una comunità di 60.000 persone, che sono e si sentono parte di questo progetto, e che sono stati partecipi della decisione di azzerare la CO2.
 

Un approccio responsabile al turismo

Viaggiare ad impatto zero, in maniera responsabile e sostenibile al 100% è sempre stato uno degli obiettivi principali di Vagabondo, ma definire “turismo responsabile” tutti i viaggi di Vagabondo sarebbe una promessa che non è possibile mantenere.
Una sostenibilità del 100% la si ottiene solo al prezzo di limitare i viaggi alle sole esperienze di cui si può avere un controllo totale sulla filiera di tutti i servizi e di tutti gli aspetti del viaggio; controllo che nella gran parte dei paesi in cui viaggiamo non è ipotizzabile!
Cosa fare allora?
Vagabondo si è dotato di una serie di linee guida: fare del proprio meglio per seguirle è una promessa che è possibile mantenere!

- Ovunque sia possibile, Vagabondo si rivolge a strutture ed operatori locali, in modo che i costi del viaggio vadano a beneficio dell’economia reale del paese (ovunque possibile vengono evitate, ad esempio le strutture alberghiere delle grandi catene internazionali).
- Vagabondo progetta i suoi viaggi in collaborazione con corrispondenti locali scelti, al fine di ottenere la massima armonia e rispetto con l’ambiente, la cultura e le tradizioni dei paesi visitati.
- Vagabondo valuta l’etica dei propri corrispondenti locali, selezionando quelli più rispettosi dell’ambiente e della propria cultura.
- Vagabondo favorisce le relazioni fra i viaggiatori e le persone e le comunità che vivono sul territorio, creando contesti di incontro e scambio.
- Vagabondo invita, assiste ed aiuta il viaggiatore ad adattarsi alle abitudini ed ai modi del paese visitato, in un’ottica di rispetto reciproco e di pari dignità tra le culture, gli usi ed i costumi.
- Tutti i viaggi di Vagabondo sono accompagnati da un “VagabondoDOC”, un viaggiatore esperto, che assume anche il ruolo di “mediatore culturale” facendo sì che il rapporto fra locali e viaggiatori tenda sempre a dinamiche virtuose.
 

Chi sono i VagabondiDOC

Ai nostri viaggi partecipa sempre un “VagabondoDOC”, che è un punto di riferimento per l’intero gruppo ed un vero sostegno per poter sperimentare al meglio la realtà dei posti che si va a visitare.
Ogni anno Vagabondo si occupa attentamente della selezione e della formazione dei VagabondiDOC per garantire un’esperienza in linea con i valori che lo caratterizzano. Vengono selezionati dei viaggiatori esperti che hanno deciso di condividere la propria esperienza con gli altri. Parlano le lingue straniere, hanno un lungo curriculum di viaggio e sono preparati ed affidabili. Ma soprattutto hanno la passione e lo spirito di condivisione, che sono le componenti principali per la buona riuscita di un viaggio di gruppo. Il Vagabondo Doc è un compagno di viaggio, fa assolutamente parte del gruppo e si diverte insieme al gruppo… Solo che lui al gruppo deve sempre badarci al fine di mantenere l’armonia, il più possibile.
 

Come viene accolto Vagabondo?

Quasi 20 anni fa nasceva il luogo d’incontro per viaggiatori e quasi 10 anni nasceva il tour operator: il fondersi di queste due realtà è Vagabondo, una creatura ibrida e un po’ bizzarra a cavallo fra impresa e comunità.
Per Vagabondo l’armonia fra i partecipanti è un valore essenziale e prioritario nella formazione di un gruppo di viaggio e a tal fine i potenziali viaggiatori vengono incoraggiati a conoscersi sul forum, ad interagire e ad incontrarsi ancor prima di prenotare.
Lo staff di Vagabondo supporta i viaggiatori nello scegliere il viaggio più adatto a loro e, quando lo ritiene utile, disincentiva l’iscrizione di un potenziale cliente ad un viaggio o ad un gruppo che risulti non adatto a lui, anteponendo la soddisfazione dei viaggiatori al profitto della vendita di un viaggio.
In un mondo in cui tutti siamo un po’ perseguitati da venditori che ci vogliono piazzare qualcosa, questa strategia, che si pone in totale controtendenza, nel lungo periodo ha dato i suoi frutti!
Vagabondo è sempre e costantemente cresciuto, anche negli anni di crisi più dura. Ovviamente si tratta di una realtà di nicchia, lontana dai numeri dei grandi Tour Operator i cui cataloghi si trovano nella agenzie di viaggio, ma ormai sono migliaia le persone che hanno viaggiato con Vagabondo e chi ha viaggiato una volta continua a farlo e nuove persone si aggiungono ogni anno.
 

La comunità ed il territorio.

Il viaggio non consiste solo nella scoperta dei luoghi visitati, ma anche nei i rapporti umani e sociali che ciascun partecipante instaura con il resto del gruppo, nel mettersi alla prova, nello scoprire sé stessi, nel condividere.
Su queste basi era nata la comunità di Vagabondo 20 anni fa, e per vari anni i forum sono stati il luogo in cui relazionarsi, incontrarsi e raccontarsi: delle piazze di paese virtuali.
Poi Internet è cambiata: con i grandi social network che hanno catalizzato lo “spazio vitale” online delle persone, i vecchi forum e blog hanno perso importanza e visibilità, ma questo è avvenuto senza che si creassero degli strumenti realmente efficaci a coprire le stesse funzioni. Paradossalmente oggi, con Facebook che domina la scena, è facilissimo rimanere in contatto con i compagni scuola di cui si era persa ogni traccia, ma è diventato più difficile conoscere nuove persone accomunate dai nostri stessi interessi.
Nella comunità di Vagabondo ci si è resi conto di questa dinamica, e si è pensato di rispondere “ancorando la comunità al suo territorio”: eventi e raduni possono rendere fisica e pulsante un comunità virtuale, in cui le “amicizie” tornano ad essere un legame vero, reale e tangibile.
Ormai da vari anni Vagabondo organizza dei raduni di viaggiatori alla scoperta di angoli rurali e meno noti del nostro paese. Di solito della durata di 3 giorni, si tratta di un’occasione per conoscere nuove persone e rinsaldare vecchie amicizie, oltre che per esplorare insieme luoghi di grande interesse storico e ambientale.
L'iniziativa ha avuto un successo tale che normalmente i posti disponibili si esauriscono in poche ore!
Più recentemente sono state sperimentate nuove iniziative, di carattere locale e giornaliero: escursioni nei parchi naturali, visite a luoghi di interesse storico e artistico, degustazioni in aziende vinicole e financo una “Caccia al tesoro storico-archeologica”, che si è svolta a Roma a giugno ed ha visto coinvolte oltre 130 persone! I concorrenti gareggiavano per accaparrarsi un viaggio di Vagabondo ed una selezione di prodotti eno-gastronomici del Lazio, ciascuno presentato e raccontato dal produttore durante la festa della premiazione.
Fra i principi che animano Vagabondo abbiamo elencato: “...In un mondo che sembra puntare alla globalizzazione totale, Vagabondo vuole rispettare, valorizzare, tutelare e promuovere le diversità: di cultura, di ambienti, di natura e tradizioni.”, ebbene, applicare questo principio non solo nei viaggi, ma anche qui, nel nostro paese, è la ricetta che Vagabondo ha scelto per tenere viva e far crescere la sua comunità.
Siamo convinti che riscoprire le proprie radici fornisca degli strumenti di crescita e comprensione ulteriori quando poi ci si confronta con la cultura, le tradizioni e l’ambiente di paesi lontani.