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Lunedì, 11 Maggio 2009

meravINDIA

"Life is not measured by the number of breaths we take but by the places and moments that take our breath away." E' esattamente questo il criterio di "misurazione della vita" che condivido.

Concorso Storie Vagabonde

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Vagabondo0


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L'interno di copertina di uno dei tanti libri di viaggi che "casualmente" ho fatto capitare tra le mie mani fa recita: "Life is not measured by the number of breaths we take but by the places and moments that take our breath away."

E' esattamente questo il criterio di "misurazione della vita" che condivido. In diversi posti e momenti ho perso il fiato dall'emozione, ho provato eccitazione pura, senso di appartenenza al mondo.

Ma è di un posto che voglio parlare. Di quel posto che era lì nei miei pensieri, in cima a tutto il resto, subito dopo aver letto quell'interno di copertina. E' dell'India che voglio raccontare.

Chi cerca oggi va su Wikipedia o simili, e allora prima di ogni informazione geosocioecopolitica legge qualcosa come "Ogni persona al mondo è nata in India in almeno una delle sue vite precedenti."

Ecco io sono semplicemente tornato in uno dei posti dove sono nato, e lì ho lasciato o forse ho ritrovato un pò del mio cuore, perchè è questo che succede quando ritorni nel tuo luogo d'origine. Insomma, succederebbe a tutti no?

Basta deliri. Anzi no. Leggete ancora della mia India.

Cominciamo pure così: sono stato male la prima sera, non ho retto una cena improbabile e lo sbalzo tra aria condizionata all'interno e umidità quasi soffocante all'esterno. Ho fatto fermare il nostro autobus nel pieno centro di Delhi, dovevo assolutamente vomitare, non capivo più nulla mentre camminavo a testa bassa tra la folla, il caos, il traffico, lo smog, i mendicanti, gli animali...ed io che cercavo disperatamente un posto per rimettere...stavo malissimo. L'unica soluzione era infilarsi 2 dita in gola, lo sapevo benissimo ma non volevo arrivare a tanto. Mi sono fatto coraggio e l'ho fatto. E' stato lì che ho capito quanto sarebbe stata dura ma meravigliosa quest esperienza, poche ore dopo il mio arrivo.

In seguito abbiamo avuto dissenteria e crampi vari un pò tutti ma ci ridevamo sù...anche questo dopo un pò ha cominciato a far parte dell'avventura.

A proposito, sono partito con un gruppo di gente sconosciuta, in comune solo la meta e lo spirito di avventura, itinerari più o meno stabiliti e comunque ci si basa sulle relazioni dei gruppi precedenti. Non farò pubblicità all'organizzazione, arrivateci pure da soli se volete.

All'inizio temevo anche solo ad avvicinarmi alla gente, sono sincero. E' chiaro che per quanta crisi e recessione ci possa travolgere noi non vedremo mai certe immagini, certe scene di povertà assoluta. Continuamente avvicinati da mendicanti, da bambini mezzi nudi nella sporcizia che chiedevano qualcosa, che si accapigliavano tra loro anche solo per una penna o un braccialetto. Sì è proprio così, se qualcuno di ritorno dall'India vi dovesse descrivere scene del genere credetegli pure!

Il timore è via via svanito, ho cominciato ad avvicinarmi alla gente e ai bambini in particolare, le mie foto più belle sono semplici scene di vita quotidiana, i ritratti della gente, le espressioni dei volti, i sorrisi. Non nascondo di essermi sentito spesso un pò a disagio,io con il mio portafogli pieno di rupie, che entravo ed uscivo da negozi e botteghe, e poi le mangiate in ristoranti e alberghi che, fatte le dovute proporzioni, noi occidentali potremmo considerare decisamente lussuosi. E fuori, ad ogni angolo di strada, gente nella più assoluta indigenza e comunque sempre pronta a regalare un sorriso. Piccolo episodio per rendere l'idea: un giorno mi si è rotta una scarpa, ho chiesto di un calzolaio o qualcuno che me la potesse riparare e un bambino ha preso le mie scarpe, mi ha detto che me le avrebbe fatte trovare riparate non appena fossi rientrato dalla visita di un tempio...e così è stato! Era lì che mi aspettava con le scarpe in mano...gli ho regalato qualcosa, lui era felicissimo, io praticamente commosso.

Penso di poter ammettere di aver ricevuto, in più di un'occasione, vere e proprie lezioni di educazione.

Una nota a parte meritano i bambini: se chiedevi di fotografarli si mettevano in posa, ti sorridevano e bastava che facessi vedere l'anteprima dello scatto nel display della macchina fotografica e li avevi fatti felici! Il pluripremiato "Slumdog millionnaire" recentemente ci ha raccontato, tra le altre cose, tutto lo squallore che c'è dietro lo sfruttamento dei bambini-mendicanti. Dopo aver visto il film, ricordarlo mi provoca più disagio e tristezza che altro.

Ho ammirato lo splendore del Taj Mahal, osservato dall'alto della sua fortezza il caratteristico "blu" di Jodhpur, sentito assurdamente coinvolto in una sorta di rito inziatico praticato a Pushkar, concesso i piaceri dell'antico massaggio ayurvedico indiano, ritrovati senza volerlo nel bel mezzo di una manifestazione nel cuore di Jaipur a favore del Kashmir, la famigerata regione indiana da decenni contesa con il Pakistan; pericoloso forse, ma eravamo assolutamente incoscienti e incuriositi, c'era polizia (parola grossa) e manifestanti ovunque, traffico bloccato e i fotografi delle testate indiane che, tra le altre, facevano anche foto a questo gruppo di turisti perso nella manifestazione! Siamo arrivati fino a Jaisalmer e oltre, sconfinato nel deserto ai confini con il Pakistan dove abbiamo passeggiato a dorso di cammelli e rotolati nelle dune al tramonto come fossimo bambini sfuggiti al controllo dei genitori.



E poi i templi più assurdi, dopo le iniziali reticenze ho cominciato ad entrarci scalzo spesso tra folle di gente che pregava, cantava, si metteva in coda per lasciare doni al proprio dio e dove spesso ci guardava con curiosità ma mai con sospetto o con sinistre intenzioni.

Ho conosciuto occidentali convertiti allo stile di vita indiano. Una donna americana che vive in India da ormai 25 anni ci ha abbracciati, aveva voglia di parlare, di raccontare, ci ha offerto biscotti, noi abbiamo comprato libri...Io ed una cara compagna di viaggio ricorderemo a lungo l'esperienza di Vrindavan (gli unici ad aver accettato di rimanere solo con i calzini ed entrare nel tempio...io, proprio io che a volte mi sento così schizzinoso). Non a caso l'abbiamo chiamata "l'illuminazione", dovremmo seriamente sentirci "devoti" al mitico Hare Krishna (io lo ammiro a prescindere, con tutte le donne che pare si sia concesso in nome di non so bene cosa ma per me è un grande...)

E poi scansato mucche ovunque, pestato l'impossibile con i piedi.

Ho visto gente buttarsi in acque di un colore improponibile, berla anche quell'acqua densa di ogni più schifosa sostanza, spesso anche ceneri di cremazioni umane...qualcuno di noi l'ha anche ricevuta sulla testa in segno di benedizione o qualcosa del genere...oddio quando ci penso!

Abbiamo fatto gli acquisti più disparati, praticamente sono tornato con un grosso bagaglio a mano in più.

Abbiamo girato per le città in 13 su un paio di tuk tuk (una sorta di 3 ruote), oppure tutti buttati sul cassone di un furgone che cantavamo quel ritornello che tanta fortuna ci ha portato durante gli ultimi mondiali di calcio...

Ci siamo anche concessi la nostra serata "disco". All'interno di una saletta in un ristorante diffondevano dapprima timidamente musica dance e, quando hanno visto che c'era gente che aveva voglia di ballare, qualcuno si è improvvisato deejay e con passione ha cominciato a proporci vecchi brani da discoteca...sono partite esibizioni inguardabili, trenini, ecc...

Abbiamo visitato posti suggestivi, carichi di fascino, di storia e di storie, dove percepivi appieno quell'atmosfera mistica e surreale allo stesso tempo. Abbiamo incrociato pellegrini lungo le strade che marciavano, pregavano e cantavano da giorni (e chissà per quanti altri giorni ancora) solo per raggiungere e venerare il loro dio nel tempio.

Siamo stati a cinema una sera, l'India è nota per la produzione cinematografica, abbiamo visto il primo tempo di una commedia musicale improponibile, neanche sottotitolata in inglese, solo in hindi. Abbiamo pagato l'equivalente di 1,5euro per il posto più lussuoso sul balconcino in un vecchio teatro adibito a cinema...la gente che rideva e batteva le mani ad ogni battuta e noi che ridevamo più di loro senza capire niente, puro istinto di felicità.

Abbiamo sopportato un caldo umido e appiccicoso praticamente ovunque, agosto non è ancora il mese ideale pur essendo ormai trascorsa l'estate piena, figuriamoci...Sono rientrato dimagrito di 4 kg, e non sono stato l'unico...

Abbiamo fatto razzia di integratori salini e fermenti lattici, e l'imodium contro la dissenteria alcuni giorni circolava come fosse droga ad un rave party...

Ho abbondantemente raggiunto quota 8000 battute, pare non si possa andare oltre, chiedo clemenza alla redazione. Mi fermo qui. Anzi no, un'ultima cosa. Quando qualcuno mi chiede "com'è andata in India?" io ancora oggi rispondo "una meravINDIA"


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